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90 COMENTO DEL BOCCACCI

Fingono i poeti questo Cerbero essere stato un cane ferocissimo, il quale essendo di Plutone, Iddio dell’inferno, dicevano Plutone lui aver posto alla porta dell’inferno, acciocchè quinci alcuno uscire non lasciasse, comechè l’autore qui il ponga a tormentare i peccatori che in questo terzo cerchio sono, descrivendo la qualità delle forma sua, dicendo, Con tre gole, perciocchè tre capi avea, caninamente latra, e in questo atto dimostra, lui essere cane come i poeti il descrivono,

Sopra la gente, che quivi e sommersa

sotto la grandine, e l’acqua e la neve. Gli occhi ha vermigli, questo Cerbero, e la barba unta, e atra, cioè nera. E ’l ventre largo, da poter, mangiando, assai cose riporre, e unghiate le mani, per poter prendere e arrappare: Graffia gli spirti, con quelle unghie, ed ingoia, divorandogli, ed isquatra, graffiandogli, Urlar, questo è proprio de’ lupi, comechè e’ cani ancora urlino spesso, gli fa la pioggia, la qual continuamente cade loro addosso, come cani:

Dell’un de’ lati fanno all’altro schermo:

questi spiriti dannati: Volgonsi spesso, mostrando in questo che gravemente gli offenda la pioggia: e perciò, come alquanto hanno dall’un lato ricevutala, cosi si volgon dall’altro, infino a tanto che alcun mitigamento prendano in quella parte che offesa è stata dalla pioggia, i miseri profani. Profano propriamente si chiama quello luogo il quale alcuna volta fu sacro, poi è ridotto all’uso comune d’ogni uomo; siccome alcun luogo, nel quale già è stata