Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/12

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4 COMENTO DEL BOCCACCI

quando morirono, li quali risurgendo avranno ripresi. Suo cimitero, cioè sua sepoltura: ed è questo nome d’alcun luogo dove molte sepolture sono, siccome generalmente veggiamo nelle gran chiese, nelle quali sono alcuni luoghi da parte riservati per seppellire i corpi de’ morti; e queste cotali parti si chiamano cimitero, quasi communis terra, perciocchè quella terra pare esser comune a ciascuno il quale in essa elegge di seppellirsi, da questa parte hanno

Con Epicuro tutti i suoi seguaci,
Che l’anima col corpo morta fanno.

Epicuro fu solennissimo filosofo, e molto morale e venerabile uomo a’ tempi di Filippo re di Macedonia, e padre d’Alessandro: è il vero che egli ebbe alcune perverse e detestabili opinioni, perciocchè egli negò del tutto l’eternità dell’anima, e tenne che quella insieme col corpo morisse, come fanno quelle degli animali bruti; e così ancora più altri filosofi variamente e perversamente dell’anima stimarono: tenne ancora che somma beatitudine fosse nelle dilettazioni carnali, le quali sodisfacessero all’appetito sensibile, siccome agli occhi era sommo bene poter vedere quello che essi desideravano, e che loro piaceva di vedere: così agli orecchi d’udire, e alle mani di toccare, e al gusto di mangiare. Ed estimano molti, che questo filosofo fosse ghiottissimo uomo; la quale estimazione non è vera, perciocchè nessuno altro fu più sobrio di lui; ma acciocchè egli sentisse quello diletto, nel quale poneva che era il sommo bene, sosteneva lungamente la fame, o vogliam piuttosto dire il desiderio del mangiare, il quale molto