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132 COMENTO DEL BOCCACCI

Vipereas carnes, vitiorum alimenta suorum,
Invidiam: visaque oculis avertit; at illa
Surgit humo pigra, semesarunque relinquit
Corpora serpentum, passuque incedit inerti.

E poco appresso

Pallor in ore sedet, macies in corpore toto:
Nusquam recta acies, livent rubidine dentes,
Pectora felle virent, lingua est suffusa veneno,
Risus abest; nisi quem visi movére dolores.
Nec fruitur somno, vigilacibus excita curis;
Sed videt ingratos, intabescitque videndo,
Successus hominum: carpitque, et carpitur una:
Suppliciumque suum est etc.

nelle quali descrizioni se noi sanamente riguarderemo, assai appieno vedremo i pestiferi effetti di questo vizio: essa secondochè noi veggiamo da Ovidio scritto, abita nelle valli, cioè secondo il giudicio dell’invidioso nelle più misere fortune; perciocchè allo invidioso pare sempre, che coloro alli quali esso porta invidia sieno in maggiore e migliore e più rilevata fortuna di lui: e oltre a ciò nell’abitazione dell’invidia, cioè nel petto dello invidioso, non luce mai sole, nè vi spira alcun vento, cioè non v’entra mai alcuna cognizione di verità, nè buon consiglio, nè parole salutifere d alcuno, ma sempre è pieno di tristizia, ed è freddissimo, siccome quello nel quale stare non può alcun caldo di carità: e in quanto dice i suoi cibi essere carni di vipere, dobbiamo intendere la crudeltà de’ suoi pensieri, e de’ suoi divisi e appetiti, de’ quali miseramente aspettando, esso pasce la dolorosa anima. Poi dice questa invidia andar