Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/29

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SOPRA DANTE 21

mutò aspetto, per cosa che detta fosse, Nè mosse collo, volgendosi in giù alle parole di messer Cavalcante, nè piegò sua costa, cioè suo lato;

E se (continuando al primo detto)

cioè a quello che di sopra avea detto, d’avere due volte cacciati i passati dell’autore, Egli han quell’arte, del tornare d’onde cacciati sono, disse, male appresa, in quanto non tornano in Firenze,

Ciò mi tormenta più che questo letto,

cioè, che questo sepolcro acceso nel quale io giaccio:

Ma non cinquanta volte fia raccesa
La faccia della donna che qui regge,

a dichiarazion di queste parole è da sapere, come altra volta è stato detto, Proserpina esser moglie di Plutone e reina d’inferno: e questa Proserpina talvolta è da intendere per una cosa, e tal per un’altra: e tra l’altre cose, per le quali i poeti la prendono, alcuna volta è per la luna, la quale però si dice reggere in inferno, perciocchè la sua potenza è grandissima appo questi corpi inferiori, i quali per rispetto delle cose superiori si posson dire essere in inferno; e però intendendosi per la luna, è da sapere, la luna di sua natura non avere alcuna luce, siccome noi possiamo vedere negli ecclissi lunari, ne’ quali ella non è veduta dal sole, per la interposizione del corpo della terra tra ’l sole e lei, rimane un corpo rosso senza alcuna luce, e così facendo il suo corso, quanto più dal sol si dilunga, più vegglamo del corpo suo lucido, insino a tanto che perviene alla quin-