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LIBRO TERZO | 97 |
20
Ritornarono dentro i duo scudieri
Poscia che vidono Emilia partita;
E stati alquanto con nuovi pensieri,
Pria cominciò così a dire Arcita:
I’ non so che nel cor quel fiero arcieri
M’ha saettato, che mi to’ la vita,
E sentomi fallire a poco a poco,
Acceso, lasso, non so in che foco.
21
E’ non mi si diparte della mente
L’immagine di quella creatura;
Nè ho pensier d’altra cosa niente,
Sì m’è fitta nel cor la sua figura,
E sì mi sta nell’anima piacente,
Che mi riputerei somma ventura
S’i’ le piacessi com’ella mi piace:
E senza ciò non credo aver mai pace.
22
Palemon disse: il simile m’avviene
Che tu racconti, e mai più nol provai
Perocchè sento al cor novelle pene,
Tal che non credo si sentisson mai:
E veramente credo che ci tiene
Quel signore in balía, che già assai
Volte udii ricordare, cioè Amore,
Ladro sottil di ciascun gentil core.
bocc. la teseide | 7 |