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LIBRO TERZO | 99 |
26
Così ragionan li due nuovi amanti,
E l’un l’altro conforta nel parlare:
Nè san se quella è Dea ne’ regni santi
Che sia qua giù venuta ad abitare,
O se donna mondana: e li suoi canti
E le bellezze la fan dubitare:
Perchè ignoranti di chi gli ha sì presi,
Molto si dolgon dal dolore offesi.
27
Non escon delle sicule caverne,
Allora ch’Eolo l’apre, sì furenti,
Ora le basse ed ora le superne
Parti cercando, gli rabbiosi venti,
Che costor delle parti più interne
Producean fuor sospiri assai cocenti,
Ma con piccole voci, perchè ancora
Era la piaga fresca che gli accora.
28
Continovando adunque il gir costei
Sola tal volta, e tale a compagnia
Nel bel giardino a diporto di lei,
Nascosamente gli occhi tuttavia
Drizzava alla finestra, ove gli omei
Prima di Palemone udito a via:
Non che a ciò Amor la costringesse,
Ma per vedere s’altri la vedesse.