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LIBRO QUINTO | 183 |
98
Chi l’altra parte caccerà di fuore
Per forza d’arme, marito le fia;
L’altro di lei privato dell’onore,
E a quel giudicio converrà che stia
Che la donna vorrà, al cui valore
Commesso da quest’ora innanzi sia:
E termine vi sia a ciò donato
D’un anno intero: e così fu fermato.
99
Siccome per mal sol pallida fassi
Candida rosa, o per Noto spirante;
Che poi venendo Zeffiro rifassi,
O per la fresca aurora levante,
E glorïosa in su li pruni stassi
Bella come talvolta fu davante,
Così costor diventaro, raccolto
Il parlar di Teseo, lor caro molto.
100
E risposono a lui umilemente:
Signore, a tanta grazia, quanta fai
A ciaschedun di noi, nessun possente
A ciò guidardonar sarebbe mai,
Ma que’ che ’l cielo e ’l mondo parimente
Governa ti contenti, siccome hai
Noi contentati dell’alto perdono
Del nostro fallo, il qual ci è sommo dono.