Pagina:Boccaccio - La Teseide di Giovanni Boccaccio nuovamente corretta sui testi a penna, 1831.djvu/202

Da Wikisource.
184 LA TESEIDE


101


Noi siam disposti ad ogni tuo piacere,
     E penserem di mettere ad effetto
     Quel che n’hai comandato a tuo volere:
     Poi cominciaron mirabil diletto,
     Vedendo ciò che più era ’n calere
     Sicura dimorar nel lor cospetto,
     La qual gli rimirava vergognosa,
     E delle lor fedite assai pietosa.

102


A cui disse Teseo: giovin donzella,
     Vedi tu quanto per te faccia amore,
     Perchè tu se’ più che alcun’altra bella?
     Ben tel dei riputar sovrano onore:
     Ed oltre a ciò, isposa se’ novella
     Dell’un de’ due di cotanto valore.
     Nulla rispose Emilia, ma cambiossi
     Tutta nel viso, tanto vergognossi.

103


Febo era già a mezzo il ciel salito
     Nell’animal che tenne Garamante
     Allor che Giove di Creti partito
     In Africa passava ad Atalante,
     Quando a ciascun di loro assai ferito
     Le piaghe si stagnavan tutte quante;
     Ma ’l tempo caldo mosse a dir Teseo,
     Medicheratti alla città Penteo.