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194 | LA TESEIDE |
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Di dietro a lui, in abito dispari,
Menelao sen veniva giovinetto,
Vestito in drappi belli e molto cari,
Piacevol bello e gentil nell’aspetto,
Senz’alcun arme, e’ crin com’oro chiari
Zeffiro ventilava, e giuso al petto
La barba bionda com’oro cadea
Lodata da chiunque la vedea.
24
Egli era sopra a un gran caval ferrante,
Reggendo il freno grave per molto oro,
Con un mantel ch’al collo ventilante
Dai circustanti s’udiva sonoro:
E se Venere fosse senza amante,
Ch’ella prendesse lui credon coloro
Che lui vedean: così la sua bellezza
Lodavano, e ’l valore e la destrezza.
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Costui seguiva il nobile Castore
E ’l suo fratel Polluce tutti armati;
E ben mostravan che di gran valore
Gli avesse il Cigno lor padre dotati;
I qua’ ne’ loro scudi, per onore,
Aveano il come e ’l quando generati
Fur con ingegno dalla bella Leda,
Allor che ella fu del Cigno preda.