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LIBRO SETTIMO | 215 |
11
Poichè a tal fine qui siete adunati,
Perchè vostra venuta in van non sia,
Secondo che più son da voi amati
Li due amanti, come ognun disia
Così si tragga, e cento nominati
Per parte siate, siccome la mia
Sentenza die’ il dì ch’io gli trovai
D’affanno d’ira e d’amor pieni assai.
12
E acciocchè odio fra voi non nascesse,
Le lance più nocive lascerete,
Sol con le spade, o con mazze l’espresse
Forze di voi contenti proverete;
E le bipenni porti chi volesse,
Ma altro no: di questo assai avete:
E quegli, il bene a cui oprar vittoria
Darà, s’avrà e la donna e la gloria.
13
Questo sarà siccome un giuoco a Marte,
Li sagrificii del qual celebriamo
Il giorno dato, e vederassi l’arte
Di menar l’armi, in che ci esercitiamo;
E perciocchè io giudice e non parte
Esser qui debbo, dove noi seggiamo
Senz’arme a’ vostri fatti porrò mente:
Però di ben portarvi abbiate a mente.