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222 | LA TESEIDE |
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In questa vide la ca’ dello Iddio
Armipotente, e questa è edificata
Tutta d’acciaio splendido e pulio,
Dal quale era dal sol riverberata
La luce, che abborriva il luogo rio:
Tutta di ferro era la stretta entrata,
E le porte eran d’eterno diamante,
Ferrate d’ogui parte tutte quante.
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E le colonne di ferro costei
Vide, che l’edificio sostenieno:
Lì gl’Impeti dementi parve a lei
Veder, che fier fuor della porta uscieno,
Ed il cieco Peccare, ed ogni Omei
Similemente quivi si vedieno;
Videvi l’Ire rosse come fuoco,
E la Paura pallida in quel loco.
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E con gli occulti ferri i Tradimenti
Vide, e le Insidie con giusta apparenza:
Lì Discordia sedeva, e sanguinenti
Ferri avie in mano, e d’ogni differenza;
E tutti i luoghi pareano strepenti
D’aspre minacce e di crudele intenza:
E ’n mezzo il loco la Virtù tristissima
Sedíe di degne lode poverissima.