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LIBRO SETTIMO | 233 |
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Ella avea d’oro i crini, e rilegati
Intorno al capo senza treccia alcuna:
Il suo viso era tal ch’e’ più lodati
Hanno a rispetto bellezza nessuna:
Le braccia, e ’l petto e’ pomi rilevati
Si vedien tutti, e l’altra parte d’una
Veste tanto sottil si ricopria,
Che quasi nulla appena nascondia.
66
Oliva il luogo ben di mille odori:
Dall’un de’ lati Bacco si sedea,
Dall’altro Ceres con gli suoi savori:
Ed essa seco per la man tenea
Lasciva il pomo il quale alle sorori
Prelata vinse nella valle Idea:
E tutto ciò veduto porse il priego,
Il qual fu conceduto senza niego.
67
Di Palemon le voci adunque udite,
Subito gì la Dea ove chiamata
Era: perchè allora fur sentite
Diverse cose in la casa sagrata,
E sì ne nacque in ciel novella lite
In tra Venere e Marte; ma trovata
Da lor fu via con maestrevol arte
Di far contenti i preghi d’ogni parte.