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LIBRO SETTIMO | 249 |
113
Vennervi i cittadini, e tutte quante
Le belle donne realmente ornate,
E qual per l’uno, e qual per l’altro amante
Preghi porgeva: e così adunate,
Dopo tututte con lieto sembiante
Ippolita vi venne, in veritate
Più ch’altra bella, ed Emilia con lei,
A rimirar non men vaga di lei.
114
Venuti adunque li due compagnoni
Armati di tutte armi, in esso entraro;
E ciascheduno co’ suoi decurioni
L’un dopo l’altro assai ben si mostraro,
Seguendo li già detti lor pennoni,
Come ne’ templi è detto che ordinaro;
E dalla parte d’onde Euro soffia
Arcita entrò con tutta sua paroffia.
115
Tale a veder qual tra’ giovenchi giugne
Non armati di corna il fier lione
Libico, ed affamato i denti mugne
Colla sua lingua, ed aguzza l’unghione,
E col capo alto quale innanzi pugne
Gli occhi girando fa dilibrazione,
E sì negli atti si mostra rabbioso,
Ch’ogni giovenco fa di sè dottoso.