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14 | LA TESEIDE |
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Marte tornava allora sanguinoso
Dal bosco, dentro al qual guidata avea
Con tristo agurio del re furïoso
Di Tebe l’aspra schiera, e si tenea
Lo scudo di Tideo, il qual pomposo
Della vittoria, siccome potea,
Ad una quercia l’aveva appiccato
Cotal qual era, a Marte consagrato.
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E in cotal guisa in Tracia ritornando,
Si fe’ sentire al crucciato Teseo,
In lui di sè un fier caldo lasciando.
E col suo carro avanti procedeo,
Dovunque e’ giva lo cielo infiammando;
Poi nelle valli del monte Rifeo
Ne’ templi suoi posando si raffisse,
Sperando ben che ciò che fu avvenisse.
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Quinci Teseo magnanimo chiamare
Li baron greci fe’ , e a lor propose
Ch’egli intendea voler vendicare
La crudeltà e l’opere noiose
Amazzoni donne, ed a ciò fare
Richiese lor, nelle cui virtuose
Opere si fidava: e ciascun tosto
Rispose, sè al suo piacer disposto.