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314 | LA TESEIDE |
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Teseo rispose: cotal parlamento
Non ha qui loco, chè or non morrai:
Ecco lei qui al tuo comandamento,
Con cui vivendo ancor t’allegrerai:
Ed a lei disse: deh fallo contento
Di quel ch’ei chiede: deh perchè nol fai?
Non vedi tu quant’egli ha per te fatto,
Che è a partito d’esserne disfatto?
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Emilia più niente disiava,
Se non onesta potergli parlare,
E vergognosa così cominciava:
O signor mio, se vale il mio pregare,
Confortati, che ’l tuo mal sì mi grava,
Che appena il posso, lassa, comportare:
I’ son sempre con teco o dolce sposo,
Oggi stato per me vittorïoso.
28
Qual i fioretti richiusi ne’ prati
Per lo notturno freddo, tutti quanti
S’apron come dal sol son riscaldati,
E ’l prato fanno co’ più be’ sembianti
Rider fra le verdi erbe mescolati,
Dimostrandosi lieto a’ riguardanti;
Cotal si fece vedendola Arcita,
Poscia che l’ebbe sì parlare udita.