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LIBRO NONO | 331 |
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E voi ringrazio pietosa di quella
Quanto più posso, e del libero stato
Ch’i’ ho per voi, o mattutina stella,
Sì grazïosamente racquistato:
E ciascheduna d’este gioie bella
M’è più che d’esser del ciel coronato;
E guarderolla sempre per amore
Del vostro alto ineffabile valore.
78
Che io aspetti più d’amor saetta
Per altra donna, questo tolga Iddio:
Da me amata sarete soletta,
Nè mai fortuna cangerà il disio:
S’e’ fati v’hanno per altrui eletta,
In ciò non posso più contastar io;
Ma che io v’ami esser non mi può tolto,
Nè fia mentre sarò in vita volto.
79
Quindi sen gì pensoso a rivestire,
Ed a lavarsi, ch’era rugginoso
Tutto, per poscia quivi rivenire;
E benchè in sè non trovasse riposo,
Pur s’ingegnò di sua noia coprire,
E con più lieto viso e grazïoso
Nell’aula tornò a rivedere
Il suo diletto, e ’l suo sommo piacere.