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LIBRO PRIMO | 19 |
29
Nè vi metta paura coscïenza
D’aver peccato negli uomini vostri,
Chè morte loro la lor sconoscenza
Licita impetrò nelli cori nostri:
Che non stimavan che d’egual semenza
Che lor nascessim, ma come da mostri,
Da querce ovver da grotte partorite,
Eravam poco qui da lor gradite.
30
Essi tenevan l’altezze e gli onori
Senza participarle a noi giammai,
Le quali eravam degne di maggiori
Che alcun di loro, a dir lo vero, assai:
Perchè di ciò gl’iddii superïori
Rison che noi facemmo; e sempre mai
Ci avranno per miglior, l’altre schernendo,
Che per viltà si van sottomettendo.
31
Nè vi spaventi il nome di costoro,
Perchè sien Greci, che non son guerniti
Di forza divisata da coloro
Che nel passato fur vostri mariti:
Se fiere vi mostrate verso loro,
E’ non saranno verso voi arditi:
Chè niun può più che un uom chi ch’e’ si sia sia;
Perciò da voi cacciate codardia.