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LIBRO UNDECIMO 385


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Sopra le spalle li Greci maggiori
     Il feretro levarsi lagrimando,
     E con esso d’Atene usciron fuori,
     Con alto pianto la gente gridando,
     Gl’iniqui iddii e li loro errori
     Con alte boci spesso bestemmiando;
     E infino al loco per la pira eletto
     Porlaro i duci il miserabil letto.

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La qual già fatta in quel loco trovata,
     E d’ogni legno ricca, sopra d’essa
     Ebbero la lettiera riposata,
     La qual fu tosto dalla gente spessa,
     Che gli seguiva, tutta intornïata,
     Per ciò veder, con dissoluta pressa:
     E poi gli duci indietro si tiraro,
     E gli altri che venivano aspettaro.

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Là venne Palemone, al quale Egeo
     Dolente andava dal suo destro lato,
     E dal sinistro gli venia Teseo,
     Dagli altri regi poi tutto fasciato:
     Emilia poi appresso si vedeo,
     Cui più debole sesso sconsolato
     Accompagnava, ed essa in mano il foco
     Feral recava al doloroso loco.


bocc. la teseide 25