Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LIBRO PRIMO | 29 |
59
Opera omai in male i tuoi rossori,
E contro a me le femmine fa’ forti
Con quell’arte che in Flegra i successori
D’Anteo vincesti; e fa’ che le conforti.
Quanto tu sai, e spargi i tuoi vapori
Sopra gli miei, che or fosser già morti:
Perocchè sol mi credo me’ valere
Ched io non fo con tutto il lor potere.
60
E tu, Minerva, che il sommo loco
Tra gl’iddii tieni in la nostra cittate,
Non aspettar da me altar nè foco,
Nè ch’io ti liti bestie in quantitate,
Nè che per te io adorni alcuno gioco
In onor fatto di tua maestate:
Aiuta pure a queste le qua’ sono
Teco d’un sesso, e me lascia in bandono.
61
Poi si rivolse a’ suoi con vista viva,
Con peggior piglio, e incominciò a dire:
Ah vituperio della gente achiva!
Ov’è fuggito il vostro grand’ardire?
È la forza di voi tanto cattiva
Che molli donne vi faccian fuggire?
Tornate adunque nelle vostre case,
E qua le donne vengan là rimase.