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30 | LA TESEIDE |
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Il chiaro Apollo, il cielo, e il salso mare
Fien testimonii eterni ed immortali
Del vostro vile e tristo adoperare;
E porterà la fama i vostri mali
Con perpetuo nome, e voi mostrare
Farà a dito a gente diseguali,
Dicendo: vedi i cavalier dolenti,
Che vinti fur dall’amazzonee genti.
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Fuggitevi di qui, vituperati,
Poi Marte più che voi donne sovviene,
E delli vostri arnesi dispogliati
Li lasciate vestire a chi conviene:
Or non era migliore che onorati
Di morte aveste sostenute pene,
Che con vergogna indietro rinculare,
Ed a donzelle lasciarvi cacciare?
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Entri nell’armi adunque chi n’è degno,
L’altro le lasci che non vuole onore,
Morte pigliando per fuggire sdegno;
Ed a cui piace più con disonore
Vita, che pregio, non segua ’l mio segno,
Vivasi quanto vuol senza valore:
Ch’io sarò troppo più solo onorato,
Ch’essendo da cotali accompagnato.