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32 | LA TESEIDE |
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E sì gli avea vergogna speronati
Colle parole del fiero Teseo,
Ch’egli eran presti ed arditi tornati:
Perchè ciascun com più tosto poteo,
Così com’eran tututti bagnati,
E tai fediti, al suo duca si feo
Vicino, e fero in sul lito una schiera
Subitamente assai possente e fiera.
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Fatta la schiera tal quale poteano
Nel marin lito, ov’essi eran discesi,
Perciocchè bene i luoghi non sapeano,
Nè seco avevan tutti i loro arnesi,
Al lor poter le donne sosteneano
D’alto vigor ne’ loro animi accesi,
Disposti a far gran cose in poca d’ora,
Purchè le donne lì faccian dimora.
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Le donne in su’ cavalli forti e snelli
Givano armate in abito dispari,
E que’ correan come volanti uccelli,
Facendo spesso i loro colpi amari
Sentire a’ Greci, che ne’ campi belli
Eran discesi a piè non avia guari,
Or qua or là correndo, e ritornando,
Ispesso e rado i Greci molestando.