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40 | LA TESEIDE |
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E fe’ tender trabacche e padiglioni,
Ed afforzar suo campo di steccati,
A’ cavalier dicendo e a’ pedoni
Ch’essi facessero e tende e frascati;
E che di lor nessun giammai ragioni
Di ritornare a’ suoi liti lasciati,
Se Ippolita pria non si vinceva
Così come con lor proposto aveva.
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E fe’ rizzar trabocchi e manganelle,
E torri per combattere alle mura;
E fe’ far gatti, ed alle mura belle
Spesso faceva con essi paura;
E con battaglia spesso le donzelle
Assaliva con sua gente sicura;
Ma di tal cor guernite le trovava,
Che poco assalto o altro gli giovava.
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Egli stette più mesi a tal berzaglio,
E poco v’acquistò, anzi niente,
Fuor che paura e onta con travaglio,
Perchè le donne dentro assai sovente
Di morte si metteano a repentaglio
Predando sopra loro arditamente:
Cotanto s’eran già assicurate,
Per non potere esser soperchiate.