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Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/10

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4 ninfale fiesolano

III.

Però vo’ che l’onor sia sol di lui,
     Poich’egli è quel che guida lo mio stile,
     Mandato dalla donna mia, il cui
     Valore è tal, ch’ogn’altro mi par vile,
     E che ’n tutte virtù avanza altrui,
     E sopr’ogn’altra è più bella e gentile:
     E non le mancheria alcuna cosa

     Se ella fusse un poco più pietosa.

IV.

Or prego qui ciascun fedele amante
     Che siate in questo mia difesa, e scudo
     Contra ogn’invidïoso e mal parlante,
     E contro a chi è d’amor povero e ignudo;
     E voi, care mie donne tutte quante,
     Che non avete il cor gelato e crudo,
     Prego preghiate la mia donna altera

     Che non sia contro a me, servo, sì fera.

V.

Prima che Fiesol foss’edificata
     Di mura, o di steccati o di fortezza,
     Da molto poca gente era abitata,
     E quella poca avea presa l’altezza
     De’ circunstanti monti, e abbandonata
     Si stava la pianura, per l’asprezza
     Della molt’acqua e ampioso lagume,
     Che a piè de’ monti faceva un gran fiume.