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parte quinta | 101 |
XXI.
Poi baciandola disse: o saporita
Dolce mia bocca, cor del corpo mio,
O faccia bella fresca e colorita,
Nella quale i’ ho messo il mio disio;
Tu donna sola se’ della mia vita,
E amo te più ch’io non faccio Iddio:
I’ son risuscitato, poi ch’io veggio
XXII.
Ma come potre’ io mai sofferire
Di partirmi da te, che t’amo tanto,
Che senza te mi pare ognor morire?
Essendo teco, non so giammai quanto
Più ben mi possa avere o più disire,
Ma sallo bene Amore in quanto pianto
Ista la vita mia la notte e ’l giorno,
XXIII.
E pognam pur che partir mi potessi,
Come tu di’, mai non sare’ contento
Che sì malinconosa rimanessi,
E gissi a mia cagion facendo stento;
E non so se mai più ti rivedessi,
Onde la vita mia maggior tormento
Non sentì mai quant’allor sentirei,
E più che vita morte bramerei.