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114 | ninfale fiesolano |
LX.
E come che assai malinconia
Avesse avuto il giorno Giraffone
Ed Alimena, mirando la via
Se ritornar vedeano il lor garzone,
Quando da lor tornato si vedia
Amendue n’ebbon gran consolazione,
E domandarlo, perchè tanto stato
LXI.
Molte bugie e scuse Affrico fece
Per ricoprir l’occulto suo disire,
Il qual più che non fa ’l fuoco la pece
L’ardeva più che mai a più mentire;
E pareagli aver fatto men ch’un cece,
E fra sè stesso incominciava a dire:
Sarà mai domattina, ch’io ritorni
LXII.
Così ogni cosa venia ricordando
Con seco stesso di ciò ch’avea fatto,
Molto diletto di questo pigliando,
Rammentandosi ben di ciascun atto
Ch’avean insieme fatto: ma poi quando
Il tempo fu, per dormir n’andò ratto,
Come che punto dormir non potette,
Ma tutta notte in tal pensiero stette.