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PARTE SESTA
I.
Torniamo un poco a Mensola, la quale
Sen gia pensosa e sola su pel monte;
E parendole aver fatto pur male,
Forte pentiesi, e con le man la fronte
Si percotea, dicendo: poi che tale
Fortuna m’ha percossa con tant’onte,
Deh morte vieni a me, ch’io te ne priego,
II.
Così passò del gran monte la cima,
E poi scendendo giù per quella costa,
Là dove il sol percuote quando prima
Si leva, e che ad oriente è contrapposta,
Secondo che il mio avviso estima,
Era la sua caverna in quella posta,
Forse un trar d’arco sopra il fiumicello
Ch’appiè vi corre con grosso ruscello