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parte sesta | 119 |
XII.
Sì grande era la doglia e ’l gran lamento
Che Mensola menava, e l’angoscioso
E duro pianto con grieve tormento,
Ch’io nol potrei mai por sì doloroso
In scrittura, che per ognun cento
Maggior non fosse il suo parlar pietoso,
Ch’avrebbe fatto le pietre e gli albori
XIII.
Con cotali lamenti e pianto amaro
Logorò quella notte; ma apparito
Che fu il giorno bellissimo e chiaro,
Perchè la notte non avea dormito,
Sì gli occhi lagrimosi l’aggravaro,
Ch’ogni spirito fu da lei partito;
Addormentossi mentre che piangea,
XIV.
Affrico, che nell’amoroso foco
Ardeva più che mai, si fu levato,
Come vide il mattin, cha molto poco
La notte avea dormito, e fu inviato
Sus’alto al monte, e giunto fu nel loco,
Dove con Mensola il giorno passato
Avea preso piacer, diletto e gioia,
Come che alfine gli tornasse in noia.