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parte sesta | 121 |
XVIII.
Ma sendo l’ora già più che di terza,
E non vedendo Mensola venire,
Aspettò tanto che del sol la sferza
Era sì calda, che già sofferire
Non si potea, onde più non ischerza
Con fiori e con ghirlande, ma sentire
Cominciò pena, e farsi maraviglia,
XIX.
E cominciò, oimè, seco dicendo,
Che vorrà questo dir, ch’ella non viene?
E ’n fra sè pensier nuovi va volgendo,
Scuse trovando spesso alle sue pene,
E di lei mille casi al core avendo,
Siccome ad altri spesse volte avviene,
Che disiando che la cosa venga
XX.
Passò la nona, e ’l vespro, e già la sera
Era venuta, e ’l giorno era fuggito
Che Mensola venuta mai non era,
Ond’Affrico rimase sbigottito,
Forte doglioso, e con turbata cera
Di partirsi di lì prese partito,
Dicendo: forse ch’ella avrà trovato
Tra via le sue compagne in qualche lato;