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126 | ninfale fiesolano |
XXXIII.
O padre, o madre, fatevi con Dio,
Io me ne vo nell’inferno angoscioso,
E tu fiume ritieni il nome mio,
E manifesterai il doloroso
Caso ch’è occorso, sì crudele e rio:
Ed a chi ti vedrà sì sanguinoso
Correre, o lasso, del mio sangue tinto,
XXXIV.
E detto questo, Mensola chiamando,
Il ferro tutto nel petto si mise,
Il quale al cor tostamente passando
Del giovanetto, con doglia l’uccise:
Perchè morto nell’acqua allor cascando,
L’anima da quel corpo si divise;
E l’acqua che correa per la gran fossa
XXXV.
Facea quel fiume, siccome fa ancora,
Di sè due parti, alquanto giù più basso,
E quella parte che fa minor gora,
Presso alla casa del giovane lasso,
Correva sanguinosa, essendo allora
Giraffon fuori, e vide il fiume grasso
Di sangue, perchè subito nel core
Gli venne annunzio di futur dolore.