Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/141

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parte sesta 135

LX.

Niente a questo Mensola risponde,
     Ma per vergogna il capo in grembo pose
     A Sinedecchia, e ’l bel viso nasconde
     Udendo rammentarsi cota’ cose,
     E gli occhi suoi parean fatte due gronde
     Che fosson d’acqua molto doviziose,
     Tanto forte plangea dirottamente,

     Senza parlare o risponder niente.

LXI.

Ma Sinedecchia pur le disse tanto
     Con sue parole, ch’ella confessoe
     Con voce rotta e con singhiozzo e pianto,
     Sì come un giovanetto l’ingannoe,
     E in che modo il fatto tutto quanto,
     E come ultimamente la sforzoe,
     E poi a pianger cominciò più forte

     Per la vergogna, chiamando la morte.

LXII.

La vecchia ninfa, quando questo intese,
     Come per sottil modo fu ingannata,
     E quanti lacci quel giovane tese,
     Pietà le venne della sventurata:
     Poi con parole alquanto la riprese
     Del fallo suo, perchè un’altra fïata
     Sotto cotal fidanza non peccasse,
     E perchè più ingannar non si lasciasse.