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138 | ninfale fiesolano |
LXIX.
Quivi si stava pensosa e dolente
Senza gir mai come soleva attorno,
E per compagno tenea nella mente
Affrico sempre col suo viso adorno;
E perchè sempre continuamente
Il corpo le crescea di giorno in giorno,
Senza cintura i suoi panni portava,
LXX.
E cominciolle a crescer più nel core,
Per la creatura ancor non partorita,
Contro ad Affrico un sì fervente amore,
Che volentier ne vorrebbe esser gita
Con esso lui a starsi a tutte l’ore
Il giorno ch’ella si tenne tradita;
E ’l dì se ne pentiva mille fiate,
LXXI.
Questo pensier la fe’ più volte andare
Al luogo ov’ella fu contaminata,
Sol per saper se Affrico può trovare,
Per esserne con lui a casa andata;
Ma non si seppe mai tanto arrischiare
Per la vergogna d’andar sola nata
A casa sua; e pur presso v’andoe
Alcuna volta, e poi indietro tornoe.