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parte sesta | 139 |
LXXII.
Ma invan cercava, perchè non sapea
Ched e’ si fosse per lei disperato.
E già il suo corpo sì cresciuto avea,
E ’l peso del fantin tanto aggravato,
Ch’andare attorno omai più non potea;
Perchè senza cercar più nessun lato
Si stava alla caverna, ed aspettava
LXXIII.
E tanta grazia le fe’ la fortuna,
Che ’n questo mezzo non si accorse mai
Ch’ell’avesse peccato ninfa alcuna,
E già trovate pur n’aveva assai,
Come che maraviglia ciascheduna
Di lei si desse ne’ tempi sezzai,
Veggendola sì magra nella faccia,
E non andar come solea alla caccia.