Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/146

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PARTE SETTIMA




I.

Dïana a Fiesole in quel tempo venne,
     Come usata era sovente di fare:
     Grande allegrezza pe’ monti si tenne,
     Sentendo di Dïana il ritornare,
     E ciascheduna ninfa festa fenne,
     E cominciarsi tutte a ragunare,
     Come usate eran con lei molto spesso,

     Tutte le ninfe da lungi e da presso.

II.

Mensola sentì ben la sua venuta,
     Ma comparir non volle innanzi a lei
     Per non esser da lei mal ricevuta,
     Dicendo: s’io v’andassi, io non potrei
     Tener celata la cosa ch’è suta,
     E grande strazio di me far vedrei:
     E fu da Sinedecchia consigliata
     Di non v’andar, ma stessesi celata.