Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/155

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parte settima 149

XXVII.

E lacrimando per grande allegrezza,
     Mirando quel fantin, le par vedere
     Affrico proprio in ogni sua fattezza,
     E veramente gliel pare riavere;
     E lui baciando con gran tenerezza,
     Diceva: figliuol mio, gran dispiacere
     Mi fia a contare il grandissimo duolo,

     La morte del tuo padre e mio figliuolo.

XXVIII.

Poi cominciò alla vecchia ninfa a dire
     Del suo figliuol per ordine ogni cosa,
     E come stette gran tempo in martire,
     E della morte sua tanto angosciosa:
     E stando questo Sinedecchia a udire
     Venne del caso d’Affrico pietosa,
     E con lei insieme di questo piangea,

     E Giraffon quivi tra lor giungea.

XXIX.

Quand’egli intese il fatto, similmente
     Per letizia piangeva e per dolore,
     E mirando il fanciul, veracemente
     Affrico suo gli pare, onde maggiore
     Allegrezza non ebbe in suo vivente;
     Poi facendogli festa con amore,
     E quel fantin quando Giraffon vide
     Da naturale amor mosso gli ride.