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150 | ninfale fiesolano |
XXX.
Sì grande fu l’allegrezza e la festa
Che fer costor, che in buona veritade,
Che se non fusse che pur lor molesta
Il core de’ due amanti la pietade,
Nessuna ne fu mai simile a questa.
Ma poi che Sinedecchia l’amistade
Con loro ebbe acquistata, sen vuol gire
XXXI.
Giraffon mille grazie le ha renduto,
E Alimena similmente ancora,
Del buon servigio da lei ricevuto,
E molto quivi ciaschedun l’onora.
Ma poi che Sinedecchia ebbe il saluto
Renduto lor, senza far più dimora
Alla spelonca sua si ritornava,
XXXII.
La novella fu subito saputa
Per tutti i monti, ed a ciascun palese
Come Mensola era acqua divenuta,
E a molte ninfe gran pietà ne prese:
Ma dopo alquanto Dïana si muta
Da questi luoghi, e in altro paese
N’andò com’era usata, e primamente
Ammonì le sue ninfe parimente.