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parte prima | 13 |
XXX.
Avea la ninfa forse quindici anni,
Biondi com’oro e grandi i suoi capelli,
E di candido lin portava i panni;
Due occhi ha in testa rilucenti e belli,
Che chi gli vede non sente mai affanni,
Con angelico viso e atti snelli,
E in man portava un bel dardo affilato:
XXXI.
Il qual soletto rimase pensoso
Oltramodo dolente del partire
Che fe’ la ninfa col viso vezzoso,
E ripetendo il passato disire,
Dicendo: lasso a me, che ’l bel riposo
C’ho ricevuto mi torna in martire,
Pensando ch’io non so dove o in qual parte
XXXII.
Nè conosco costei che m’ha ferito,
Se non ch’io udii che Mensola avea nome,
E lasciato m’ha qui solo e schernito
Senza avermi veduto. O almeno come
Io l’amo sapess’ella, e a che partito
Amor m’ha qui per lei carche le some.
Oimè, Mensola bella, ove ne vai,
E lasci Affrico tuo con molti guai?