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14 | ninfale fiesolano |
XXXIII.
E poi si pose a seder in quel loco
Ove prima seder veduto avea
La bella ninfa, e nel suo petto il foco
Con più fervente caldo s’accendea:
Così continuando questo giuoco
Il bel viso nell’erba nascondea,
Baciandola dicea: ben se’ beata,
XXXIV.
E poi dicea: lasso a me, sospirando,
Qual ria fortuna o qual altro destino
Oggi qui mi condusse lusingando,
Perchè di lieto, dolente e tapino
Io divenissi una fanciulla amando,
La qual m’ha messo in sì fatto cammino,
Senza aver meco scorta o guida alcuna,
XXXV.
Almen sapesse ella quanto amata
Ell’è da me, o veduto m’avesse,
Ben ch’io credo che tutta spaventata
Se ne sarebbe, se ella sapesse
Esser da me o da uomo disiata:
Io son ben certo, in quanto ella potesse,
Ella si fuggiria, siccome quella
C’ha in odio l’uomo e da lui si ribella.