Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/207

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EPISTOLA

A MESSER FRANCESCO


PRIORE DI S. APOSTOLO DI FIRENZE, SPENDITORE A NAPOLI DEL GRAN SINISCALCO DEGLI ACCIAIUOLI DI FIRENZE.



A me era animo d’avere taciuto; tu colla tua mordace epistola in parole mi commuovi. Certo io mi doglio; perocchè non sempre ad onesto uomo si confà sparger quello che essa verità patirebbe, acciocchè non paia in stimolo avere rivolta la lingua, e mentrechè dice il vero, sia reputato maldicente; ma perocchè la innocenza si debbe difendere, ed io offeso sono accusato, è da venire in parole.

Tu scrivi, innanzi all’altre cose, ch’io sono uomo di vetro, il quale è a me non nuovo soprannome. Altra volta tu medesimo mi chiamasti di vetro. Di quindi aggiungi, quasi adirato, ch’io sia subito; e finalmente con più largo parlare scrivi: che io non doveva così subito il partire, anzi la fuga dal tuo