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16 | ninfale fiesolano |
XXXIX.
Quivi tornato, nella cameretta
Ove dormia soletto se n’andoe,
E sospirando in sul letto si getta,
Ch’a padre o madre prima non parloe:
Quivi con gran disio il giorno aspetta,
Nè ’n tutta notte non si addormentoe,
Ma qua e là ei volgea sospirando,
XL.
Acciocchè voi allora non crediate
Che vi fusson palagi o casamenti,
Come or vi son, sì vo’ che voi sappiate
Che sol d’una capanna eran contenti,
Senza esser con calcina ancor murate,
Ma sol di pietre e legname le genti
Facean lor case, e qua’ facien capanne
XLI.
E forse quattro eran gli abitatori
Che facevano stanza nel paese,
Giù nelle piagge de’ monti minori
Che sono a piè de’ gran poggi distese.
Ma ritornar vi voglio a’ gran dolori
Che Affrico sentia, che presso a un mese
Stette senza veder Mensola mai,
Benchè dell’altre e’ ne scontrasse assai.