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22 | ninfale fiesolano |
LVII.
Qual’è colui che ’l grillo vuol pigliare,
Che va con lunghi e radi e leggier passi
Senza far motto, tal’era l’andare
Che Affrico facea su per que’ sassi,
Pur dietro andando a quel dolce cantare
Che nella valle udìa, e innanzi fassi
Tanto che vide dimenar le fronde
LVIII.
Perchè senza scoprirsi s’appressava
Tanto che vide donde uscia quel canto:
Vide tre ninfe, ch’ognuna cantava;
L’una era ritta, e l’altre due in un canto
A un acquitrin che ’l fossato menava
Sedieno, e le lor gambe vide alquanto,
Che si lavavan i piè bianchi e belli,
LIX.
L’altra che stava in piedi colse frondi
E d’esse una ghirlanda ne facea,
Poi sopra i suoi capelli crespi e biondi
La si ponea, perchè ’l sol l’offendea:
Poi per le sue compagne folte e fondi
Ne fece due, e poi quelle ponea
In su le trecce lor non pettinate,
Le quali eran di frondi spampinate.