Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/30

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24 ninfale fiesolano

LXIII.

Quali senza pastor le pecorelle,
     Assalite dal lupo e spaventate,
     Fuggono or qua or là le tapinelle,
     Gridando bè, con boci sconsolate:
     O qual fanno le pure gallinelle,
     Quand’elle son dalla volpe assaltate,
     Quanto più possono ognuna volando

     Verso la casa forte schiamazzando:

LXIV.

Tal fer le ninfe belle e paurose
     Quando vider costui: omè gridaro;
     Alzando i panni, le gambe vezzose,
     Per correr meglio, tutte le mostraro,
     E già nessuna ad Affrico rispose,
     Ma ricogliendo lor archi n’andaro
     Su per lo monte, e qual pur per le piagge

     Forte fuggìan, come fiere selvagge.

LXV.

Affrico grida: aspettatemi un poco,
     O belle ninfe, ascoltate il mio dire:
     Sappiate ch’io non venni in questo loco
     Per voi noiare o per farvi morire,
     Ma sol per darvi e allegrezza e gioco,
     In quanto voi non vogliate fuggire:
     Io vengo a voi come di voi amico,
     E voi fuggite me come nemico.