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32 | ninfale fiesolano |
XII.
Dïana le più volte va con esse
Con le saette e l’arco micidiale,
E se per tua sventura s’avvedesse
Che tu le seguitassi, con lo strale
Morte ti donerebbe, come spesse
Volte ell’ha fatto a chi vuol far lor male:
Sanza ch’ell’è grandissima nimica
XIII.
Oimè, figliuol, che a lacrimar mi muove
La morte del mio padre sventurato,
Tornandomi a memoria il come e ’l dove
Fu da Dïana morto e consumato:
O figliuol mio, così m’aiuti Giove,
Com’io dirò il ver del suo peccato,
Che, come sai, ebbe nome Mugnone
XIV.
La storia sarie lunga a voler dire
Ogni parte del suo misero danno;
Ma per tosto all’effetto pervenire,
Per questi monti andava, come vanno
I cacciator per le bestie fedire,
E così andando, dopo molto affanno
’N una piaggia sopra un fiume arrivoe,
Il qual per lui Mugnon poi si chiamoe.