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34 | ninfale fiesolano |
XVIII.
Quivi usò forza, e quivi violenza,
Quivi la ninfa fu contaminata:
Quivi ella non potè far resistenza.
Oh misero garzone, o sventurata
Ninfa, quanta dogliosa penitenza
Divise amendue voi quella fïata!
Dïana di sopra ’l soprastante monte
XIX.
Ella gridò: miseri, quest’è l’ora
Che insieme n’anderete nello inferno;
Voi sarete oggi d’esto mondo fuora
Senza veder di questa state il verno:
E’ nomi vostri faranno dimora
Nel fiume dove sete in sempiterno:
E poscia l’arco tese con grand’ira,
XX.
A un’otta giunson l’ultime parole
E la freccia che insieme gli confisse:
O figliuol mio, io non ti dico fole,
Così volesson gli Dei ch’io mentisse,
Che per dolore ancora il cor mi dole,
E’ convenne ch’ognun di lor morisse:
Un ferro tenea fitti que’ due cori,
Così finiron quivi i loro amori.