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38 | ninfale fiesolano |
XXX.
Se tu m’aspetti, o Mensola mia bella,
Io ti prometto e giuro per gli Dei
Ch’io ti torrò per mia sposa novella,
Ed amerotti sì come colei
Che se’ tutto il mio bene, e come quella
C’hai in balìa tutti i sensi miei:
Tu se’ colei che sol mi guidi e reggi,
XXXI.
Dunque perchè vuo’ tu, o dispietata,
Esser della mia morte la cagione?
Ed esser vuoi di tanto amore ingrata
Verso di me, senza averne ragione?
Vuo’ tu ch’io muoia per averti amata,
E ch’io n’abbia di ciò tal guiderdone?
S’io non t’amassi dunque che faresti?
XXXII.
Se tu pur fuggi, tu se’ più crudele
Che non è l’orsa quand’ha gli orsacchini,
E se’ più amara che non è il fiele,
E dura più che i sassi marmorini.
Se tu m’aspetti, più dolce che mele
Se’, o che l’uva ond’esce i dolci vini;
E più che ’l sol se’ bella e rilucente,
Morbida, bianca, angelica e piacente.