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parte seconda | 47 |
LVII.
Così si torna Affrico mal contento
Rivolgendosi indietro ad ogni passo,
E stando sempre ad ascoltare attento
Se Mensola vedea, dicendo, lasso,
Oimè tapino! in quanto rio tormento
Rimango, e d’ogni ben privato a casso!
E tu rimani, o Mensola! chiamando
LVIII.
Molto sarebbe lungo chi volesse
Le volte raccontar ched e’ tornava
Indietro e innanzi, tant’erano spesse,
Per ogni foglia che si dimenava;
E quanta doglia dentro al core avesse,
Ognuno il pensi, e quanto lo gravava
Di partir quindi, ma per dir più breve
LIX.
Alla qual giunto, in camera ne gìa,
Senza da padre o madre esser veduto,
E ’n sul suo picciol letto si ponìa,
Sentendosi già al core esser venuto
Cupido, il qual sì forte lo ferìa,
Che volentieri avrebbe allor voluto
Morendo uscir di tanta pena e noia,
Vedendosi privato di tal gioia.