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64 | ninfale fiesolano |
XXX.
Ma veggendo l’effetto non venire
Di tal promessa, e sè condotto a tale
Che ’n breve tempo gli convien morire,
Disse: forse che Vener del mio male
Non si ricorda, nè del mio martire,
Nè vede come morte ria m’assale;
Perchè con sacrificio ed onor farle
XXXI.
E ’n piè levato se ne giva in parte
Dove vedeva il ciel meglio scoperto,
E quivi con fucile e con sua arte
Il fuoco accese molto chiaro e aperto,
E poi con un coltello taglia e parte
Di molte legne, e ’l fuoco n’ha coperto:
E presto poi prese una pecorella
XXXII.
E quella presa la condusse al fuoco,
E quivi fra le gambe la si mise,
E come quel che ben sapeva il giuoco,
Nella gola ferendola l’uccise:
E ’l sangue, uscendo fuori a poco a poco,
Sopra ’l fuoco lo sparse, e poi divise
La pecorella, e due parti n’ha fatto,
E nel fuoco le mise molto ratto.