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66 | ninfale fiesolano |
XXXVI.
E quanti sien poi stati i miei martiri,
Ch’i’ ho per lei patiti e sostenuti,
E l’angosciose pene ed i sospiri
Assai ben chiari puoi aver veduti:
E quanto la fortuna a’ miei desiri
Contraria è stata, possono esser suti
Ver testimoni i boschi tutti quanti
XXXVII.
Ancora il viso mio assai palese
Fa manifesto come la mia vita
È stata, e sta ancora in fiamme accese;
E che tosto morendo fia finita,
E fuor di tutte quante le tue offese,
Se prima la tua forza non l’aita,
E se non pon rimedio alla mia pena,
XXXVIII.
Tu prima fosti che principio desti
Alla mia angoscia, e che in visïone
Venendo a me col tuo figliuol dicesti
Ched io seguissi il mio opinione;
E detto questo poi mi promettesti,
Come tu sai, che senza tardagione
Che tosto il mio amor verria in effetto;
Poi mi lasciasti ferito in sul letto.