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86 | ninfale fiesolano |
XXXVI.
Per la contesa che facea si desta
Tal, che prima dormia malinconoso,
E con superbia rizzando la cresta
Cominciò a picchiar l’uscio furioso,
E tanto vi percosse colla testa,
Ch’egli entrò dentro, e non già con riposo,
Ma con battaglia grande e urlamento,
XXXVII.
Poi che messer Mazzone si ebbe avuto
Monteficalle, e nel castello entrato,
Fu lietamente dentro ritenuto
Da que’ che prima l’avean contrastato:
Ma poi che molto si fu dibattuto,
Per la terra lasciare in buono stato
Per pietà lacrimò, e del castello
XXXVIII.
Poi che Mensola vide esserle tolta
La sua virginità contro a sua voglia,
Forte piangendo ad Affrico fu volta,
E disse: poi c’hai fatto la tua voglia,
Ed hai ingannata me fanciulla stolta,
Usciam dell’acqua, ch’io muoio di doglia,
Però ch’io vo’ del mondo far partita,
Togliendo a me con le mie man la vita.