Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
90 | ninfale fiesolano |
XLVIII.
Tu se’ in braccio di colui, il quale
Sopr’ogni cosa t’ama e vuolti bene;
Ogni tuo dispiacere ed ogni male
Son nel cor mio angoscïose pene.
O lasso a me! ch’io mi credetti avale
Che morte ti tenesse in sue catene,
E voleami levar per morte dare,
XLIX.
Oimè dolente, lassa sventurata!
Diceva Mensola, Affrico mirando,
Tapina a me, per che fu’ io mai nata,
O mai in vita! dicea lagrimando,
Or fuss’io stata il giorno strangolata
Ch’io prima fui veduta! o almen quando
Le veste di Dïana mi fur messe
L.
Deh non ti sgomentare, anima mia,
Affrico disse, che ’l cor mi si sface
Veggendo a te tanta malinconia,
Senza pigliar consolazione o pace,
E menar la tua vita tanto ria:
E certo che bisogno non ti face,
Però che se’ con colui che più t’ama
Che non fa sè, e che sola te brama.