Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/171

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i pretori, e dissero che Enrico III, che si era dato in preda alle prodigalitá con persone indegne, meritava quel castigo di vedersi contro la nobiltá disgustata; che essi non per interessi di religione, ma per privati comodi avevano aderito alla Lega, avendo succhiato quanto oro avevano portato dall’Indie gli Spagnuoli ; e dissero che le cose erano passate onoratamente anco per l’indole nobile, poiché, avendo ella ammassati tesori grandi di scudi e doppie spagnuole, l’aveva spesi nel far re il presente Enrico. Allora i pretori chiamarono i Francesi ch’avevano seguitato la parte del re e dissero loro che non si trovava contro chi si potesse fare la scampanata, poiché ne’ tumulti di Francia non vi era intravenuto altro che falsi pretesti di religione, e che tutti si erano proposti per fine i guadagni ch’avevano ottenuto: quei ch’avevano vinto erano stati premiati dal re, quei ch’avevano perduto avevano succhiato gli Spagnuoli. Onde, non sapendo a chi far la scampanata, dissero quei Francesi ch’ella si doveva fare ai religiosi, i quali constava che semplicemente avevano creduto nei pretesti che si eran pubblicati : ma i pretori non volsero altrimenti conceder licenza, dicendo che meritavan piú tosto [lode] per la facilitá del credere, che biasimo, poiché era virtú il credere facilmente in queste cose, essendo cosa da religiosi vivere con la semplicitá.